Il prolifico scrittore di legal thriller John Grisham propone ai suoi fan un nuovo libro ambientato negli ambienti dell'avvocatura, The litigators.
Siamo a Chicago, dove due avvocati si sono uniti in un piccolo studio, dando vita ad una società specializzata in incidenti stradali. Non più giovani, hanno trascorso gran parte della loro vita seguendo una routine un po noiosa, fatta di piccoli casi facilmente risolvibili senza eccessive complicazioni.
Un giorno però si imbattono in un loro collega, un giovane avvocato di successo che lavora per un grosso studio legale. Stufo del lavoro di cui si occupa, decide di cambiare vita.
I due soci, che in tutta la loro vita non hanno mai messo piede all'interno di un'aula di tribunale, si troveranno, quasi senza rendersene conto, improvvisamente coinvolti in un caso estremamente importante. Si tratta di un grande processo contro una multinazionale che opera nel settore farmaceutico.
John Grisham decide di ambientare The litigators negli ambienti su cui ha costruito il suo successo, con un romanzo in cui, al classico stile Grisham, si unisce un piacevole pizzico di umorismo.
"Mentre camminava per Regent's Park – lungo un viale che sempre sceglieva, tra i tanti – Jasper Gwyn ebbe d'un tratto la limpida sensazione che quanto faceva ogni giorno per guadagnarsi da vivere non era più adatto a lui. Già altre volte lo aveva sfiorato quel pensiero, ma mai con simile pulizia e tanto garbo." Jasper Gwyn è uno scrittore. Vive a Londra e verosimilmente è un uomo che ama la vita. Tutt'a un tratto ha voglia di smettere. Forse di smettere di scrivere, ma la sua non è la crisi che affligge gli scrittori senza ispirazione. Jasper Gwyn sembra voler cambiare prospettiva, arrivare al nocciolo di una magia. Gli fa da spalla, da complice, da assistente una ragazza che raccoglie, con rabbiosa devozione, quello che progressivamente diventa il mistero di Mr Gwyn. Alessandro Baricco entra nelle simmetrie segrete di questo mistero con il passo sicuro e sciolto di chi sa e ama i sentieri che percorre. Muove due formidabili personaggi che a metà romanzo si passano il testimone, e se a Mr Gwyn tocca mischiare le carte del mistero, la ragazza ha il compito di ricomporne la sequenza per arrivare a una ardita e luminosa evidenza.
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Nel suo romanzo più personale, Paulo Coelho torna con un meraviglioso viaggio alla scoperta di sé. Come Santiago, il pastore dell' "Alchimista", anche Paulo sta affrontando una profonda crisi di fede ed è alla ricerca di un cammino che l'aiuti nella sua rinascita spirituale. L'unica vera possibilità è di ricominciare tutto da capo. Così intraprende un viaggio che lo condurrà attraverso l'Africa, l'Europa e l'Asia lungo il percorso della Transiberiana, un viaggio che gli riporterà energia e passione. Quello che Paulo non sa è che incontrerà Hilal, una giovane violinista piena di talento, che ha amato cinquecento anni prima, ma che ha tradito con un gesto di codardia talmente estremo da impedirgli di raggiungere la felicità in questa vita. Insieme inizieranno un viaggio mistico nel tempo e nello spazio che li porterà più vicino all'amore, al perdono e al coraggio di superare tutti gli ostacoli che la vita, inevitabilmente, ci presenta. Meraviglioso e illuminante, Aleph ci invita a riflettere sul significato del nostro viaggio personale. Siamo davvero quello che vogliamo essere, facciamo davvero quello che vogliamo fare? Molti libri si leggono. Aleph si vive. ci presenta. "Aleph" è un romanzo che parla di come affrontare le proprie paure, credere nel proprio istinto e aprire la mente alle infinite strade che collegano tutti noi mentre affrontiamo insieme il viaggio della vita, pur seguendo percorsi diversi.
Il mensile femminile di target alto, con una vocazione precisa: anticipare le tendenze, intercettare i segnali di cambiamento. Flair si rivolge a una donna internazionale, contemporanea, curiosa, raffinata e la seduce con originali servizi di attualità, moda e bellezza, di straordinario impatto visivo e forte contenuto giornalistico. (Mondadori.it)
All’amico lettore che incomincia a sfogliare questo numero di Orobie chiediamo di dare un’occhiata alla parte della rivista che viene chiamata abitualmente dorsino. In alto, prima dell’indicazione del mese e dell’anno, troverà un numero che è quello delle riviste finora uscite dalla sua prima comparsa in edicola. Siamo a quota 250: una bella cifra che è un po’ la storia di Orobie da quando, nell’ormai lontano 1990, Cesare Ferrari decise di dare il via a un’iniziativa entrata nella storia dell’editoria provinciale. Questo numero – e anticipiamo i lettori più affezionati che hanno messo da parte Orobie a partire dall’agosto di vent’anni or sono – non coincide in realtà con tutti i fascicoli pubblicati finora. (editoriale www.orobie.it)
Alice Cucina è la rivista per gli appassionati di cucina.
Un mensile ricco di spunti e di idee, davvero innovativo. In ogni numero tante ricette della tradizione italiana, ricche di illustrazioni dettagliate del procedimento di esecuzione, con suggerimenti e consigli per la presentazione in tavola.
Molti i menu e i piatti della cucina italiana proposti dai volti più noti del canale Alice: daMarisa Laurito a Luisanna Messeri, da Franca Rizzi a Valentina Gigli, da Mattia Poggi a Andy Luotto. Ricche le rubriche proposte da Alice cucina, per appagare anche la "passione" di Leggere, Conoscere, Ricevere, Viaggiare, Sognare... per scoprire i segreti del gusto della tavola e delle varietà eno-gastronomiche del territorio italiano.
Serena Dandini è fra le autrici che più hanno sperimentato e innovato il linguaggio televisivo degli ultimi anni, in particolare quello comico e satirico. In questo libro intimo e sorprendente rivela al pubblico un nuovo lato di sé, quello di appassionata di botanica: in fondo, "fare del giardinaggio significa sperimentare all'infinito, e questo è il lato divertente" (parola di Vita Sackville-West). Fra suggestioni letterarie, racconti personali e preziose dritte pratiche, emerge una riflessione ironica e appassionata sulla nostra società, sul nostro rapporto con la natura e con noi stessi. Come dice la stessa Serena: "Non voglio insinuare che questo sia un libro politico; ma se il privato lo era, perché non può esserlo anche il giardinaggio?".
buon grado di bianco, 80 grammi
prodotta al 100% con cellulosa ECF, sbiancata senza cloro elementare
certificata per una lunga conservazione (ISO 9706)
ideale per riproduzioni b/n e colore, anche con alti volumi di stampa
l mensile di cinema in grado di rispondere alle esigenze sia dei comuni spettatori sia degli autentici appassionati. Tantissime recensioni, anteprime sul cinema che verrà, foto ed interviste esclusive, reportage dai set più importanti: Ciak svolge un'imperdibile funzione di servizio per chi desidera essere semplicemente informato sui film in uscita e sulle novità in home video e al tempo stesso fornisce, a chi vuole saperne di più, preziosi approfondimenti. Divulgativa ma autorevole, la testata è anche punto di riferimento nelle più importanti manifestazioni cinematografiche italiane, per le quali pubblica Ciak in Mostra, quotidiano realizzato in occasione della Mostra del Cinema di Venezia, e Miniciak, guida ufficiale della Festa del Cinema di Roma.
Da sempre il made in italy e' sinonimo di qualita' e stile. tali peculiarita' del design italiano sono evidenti nel volume che ne racconta la storia attraverso l'opera dei suoi progettisti. con l'eccezione dei maestri del car-design che non vengono trattati in questo volume per ogni periodo storico sono presentati i designer di riferimento in schede che riportano una sintesi dell'approccio progettuale e una selezione dei prodotti piu' significativi ormai considerati vere e proprie icone del design contemporaneo. prendendo avvio dagli oggetti di arredo del movimento moderno e dalla famosa macchina da scrivere lettera 22 di marcello nizzoli il volume si sofferma su alcuni progetti dei grandi mastri del design italiano come achille castiglioni joe colombo vico magistretti bruno munari ettore sottsass marco zanuso. vengono inoltre presi in esame quei laboratori e studi che aderendo al movimento radicai design degli anni settanta proponevano progetti di contestazione e di rottura. un intero capitolo e' dedicato ai protagonisti del design industriale italiano contemporaneo capaci di leggere le tendenze e di tradurle in oggetti creando cosi' il nuovo gusto italiano che verra' esportato nel mondo. ed e' con un riferimento internazionale che si chiude il volume proponendo l'esempio di alcuni designer stranieri che proprio in italia sono riusciti a portare al successo le proprie idee.
ABITARE CON I LIBRI
DI GEDDES-BROWN LESLIE
TRADUZIONE DI ARCHETTI M.
COLLANA ARREDAMENTO E DESIGN
ELECTA EDITORE
i libri offrono l'inesauribile piacere della conoscenza e se collocati sapientemente permettono di creare innumerevoli soluzioni d'arredo in grado di conferire calore e personalita' alle nostre abitazioni. in questo volume illustrato con 150 immagini di interni realizzate in tutto il mondo leslie geddes-brown bibliofila dichiarata suggerisce una serie di soluzioni pratiche e inconsuete per utilizzare e sistemare al meglio i libri in ogni ambiente sfruttando anche gli angoli dimenticati della casa. se l'amore per la lettura e il collezionismo di libri possono creare il rischio di un sovraffollamento disordinato questo libro esplora i vari aspetti relativi alla conservazione dei volumi e alla loro esposizione. il capitolo vivere con i libri mostra come i volumi possano migliorare l'atmosfera di una casa rendendola piu' intima e accogliente. lavorare con i libri suggerisce alcuni metodi per organizzare le opere di consultazione dalle biblioteche modello in perfetto ordine ai cumuli di volumi che ogni autore raccoglie intorno a se perfino sul pavimento. progettare per i libri presenta gli esempi di librerie piu' creativi e offre spunti sull'illuminazione fornendo idee su come combinare i libri con i complementi d'arredo per realizzare interni di grande effetto. infine oltre la libreria suggerisce i sistemi piu' ingegnosi per sfruttare al massimo il fascino dei volumi come oggetti decorativi.
Libertà è un capolavoro del romanzo americano. Non si limita a raccontarci una storia avvincente: la profonda intelligenza morale del suo autore inonda di luce nuova il mondo che crediamo di conoscere.
The New York Times Book Review
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Con Le correzioni, pubblicato negli Stati Uniti una settimana prima dell’undici settembre, Jonathan Franzen aveva già messo d’accordo gran parte di critica e pubblico, ma l’accoglienza riservata a Libertà ha il sapore della consacrazione. «Great American Novelist»: è la didascalia con cui Time accompagna la fotografia di Franzen sulla copertina del 23 agosto. Un riconoscimento, questo, che raramente tocca agli scrittori. «Se Libertà non è il Grande Romanzo Americano – rincara il Telegraph – onestamente non so cosa possa esserlo. La ragione per celebrarlo non è che fa qualcosa di nuovo, ma che fa qualcosa di antico, qualcosa che si credeva morto, e lo fa alla grande». Ma Franzen, pur essendo riuscito in quello che da tempo dichiarava come suo intento, tiene a una precisazione: «Del modello ottocentesco uso solo l’esperienza del romanzo che ti porta via da te, il desiderio di tornare a casa per riprenderlo. Ne abbiamo molto bisogno», dice in un’intervista sulvenerdì di Repubblica. E sottolinea: «Il lavoro preparatorio dei miei libri è concentrato sui temi di oggi». Un lavoro preparatorio che, nel caso di Libertà, è durato nove anni, una gestazione fatta di riflessioni e appunti e studi, di raccolta e orchestrazione, al termine della quale – dice la leggenda – Franzen avrebbe scritto senza interruzioni le seicento pagine del suo nuovo romanzo. I fatti, poi, stanno a dimostrare che forse non è andata proprio così, e che Franzen ha lavorato a lungo di cesello, intervenendo sulla trama e sui personaggi fino al momento della messa in stampa.
Alcuni episodi hanno trasformato l’uscita di Libertà in un evento di costume: il primo reading del libro è stato annullato a causa del furto degli occhiali dell’autore, Obama è stato fotografato mentre inaugurava le sue vacanze con una copia del libro sottobraccio. E poi, naturalmente, il plauso unanime della critica, inclusa Michiko Kakutani, il critico più autorevole del New York Times, che era stata definita da Franzen come «la donna più stupida della città». Ma lei, alcuni anni dopo, non ha avuto problemi a definireLibertà «un esaltante capolavoro», impegnandosi in un lungo elogio alla maestria e all’intelligenza narrativa di Franzen. La Kakutani non è stata l’unica a mettere da parte orgoglio ed eventuali questioni personali a favore dell’amore per la letteratura di qualità: Oprah Winfrey, nonostante il rifiuto di Franzen di partecipare al suoBook Club con Le correzioni (rifiuto seguito da aspre polemiche), ha rinnovato l’invito. E Franzen, questa volta, ha accettato. Può darsi che, come l’autore confida al venerdì, l’evoluzione della sua prosa – meno caustica, meno concentrata sull’effetto e sul sarcasmo – sia davvero «un resoconto di quello che è successo all’autore… E io, – ha detto Franzen, – non sono più incazzato».
Ciò che è evidente, al di là dei sorrisi o delle critiche che episodi come questi possono strappare, è che Libertà è il grande romanzo di un grande autore. Jonathan Franzen raccoglie i cocci del Nuovo Sogno Americano, raccontando gli anni Duemila – quelli di Bush, di Enduring Freedom, delle lobby governative, dell'ecologia, dei trust-fund e dei quartieri che cambiano volto – attraverso l’esplorazione dei legami familiari, nostro malgrado (o per fortuna) indissolubili. In balia di un orizzonte su cui si scontrano dovere e desiderio, i personaggi di Franzen combattono una battaglia in cui tutti cercano il proprio posto e inseguono l'illusione di «sentirsi speciali», davvero. In prima linea troviamo Walter e Patty Berglund, con la loro famiglia colta, progressista, rispettosa dell'ambiente, ben inserita e benestante, ma azzoppata da dubbi e incidenti di percorso sempre più difficili da ignorare: la rivolta del figlio Joey – che va a vivere dai rozzi e repubblicanissimi vicini –, l'insoddisfazione di Patty – che da stella del basket universitario si vede tramutata in casalinga con troppo tempo a disposizione per rimuginare sul passato –, i compromessi che Walter si trova ad accettare – condannare una specie di uccellini blu all'estinzione o permettere che un'intera montagna venga sventrata? –, fino al complesso di inferiorità che un po' tutti nutrono verso il vecchio amico Richard Katz, fascinoso ma volubile musicista rock e terzo vertice di un triangolo rimasto, per anni, soltanto platonico. Jonathan Franzen intreccia il presente ai ricordi, il matrimonio alla politica, il desiderio di fuggire alla paura di deludere, e ci consegna all’esperienza di una verità agghiacciante: il raggiungimento del bene implica – sempre – l’attraversamento del male. E la moltiplicazione delle possibilità ha in sé il germe dell’angoscia: «se sono libero di scegliere, allora come devo vivere?»
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Domenica 03 Aprile in occasione della manifestazione 'Di Fiore in Fiore' saremo presenti con un banchetto con assortimento di libri sul giardinaggio, i fiori e il miele. Fino alle ore 12.00.
Chi fosse interessato a titoli particolari può mandare una mail a tralerighecorbetta@gmail.com
Delia e Gaetano erano una coppia. Ora non lo sono più, e stasera devono imparare a non esserlo. Si ritrovano a cena, in un ristorante all’aperto, poco tempo dopo aver rotto quella che fu una famiglia. Lui si è trasferito in un residence, lei è rimasta nella casa con i piccoli Cosmo e Nico. Delia e Gaetano sono ancora giovani – più di trenta, meno di quaranta, un’età in cui si può ricominciare. La loro carne è ancora calda e inquieta. Sognano la pace ma sono tentati dall’altro e dall’altrove. Ma dove hanno sbagliato? Il fatto è che non lo sanno. La passione dell’inizio e la rabbia della fine sono ancora pericolosamente vicine. Cresciuti in un’epoca in cui tutto sembra già essere stato detto, si scambiano parole che non riescono a dare voce alle loro solitudini, alle loro urgenze, perché nate nelle acque confuse di un analfabetismo affettivo. Eppure parole capaci di bagliori improvvisi, che sanno toccare il nucleo ustionante dei ricordi, mettere in scena sul palcoscenico quieto di una sera d’estate il dramma senza tempo dell’amore e del disamore. Margaret Mazzantini ci consegna un romanzo che è l’autobiografia sentimentale di una generazione. La storia di cenere e fiamme di una coppia contemporanea con le sue trasgressioni ordinarie, con la sua quotidianità avventurosa. Una coppia come tante, come noi. Contemporaneamente a noi.